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Focus: Yes to All

Francesco
February 26, 2024
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🔎 YES TO ALL, di Mattia Micheli e Nicolò Panzeri

Scorrere le prime pagine di Yes to All, progetto e libro fotografico di Mattia Micheli e Nicolò Panzeri, rappresenta un’azione concreta di svelamento, la rottura di un’illusione che trasporta lo sguardo oltre un’idea romantica e romanzata di terre alte, oltre l’orizzonte di una montagna primigenia, ideale sentiero per l’ascesa. Un ghiacciaio incorniciato dai quattro lati di un’inquadratura si mostra nella pagina successiva come un quadro, o meglio le quinte di un palcoscenico per un concerto jazz in alta montagna. Il cortocircuito del trompe-l'oeil diventa immediatamente la cifra interpretativa più coerente per decifrare il viaggio compiuto dai due fotografi attraverso un paesaggio montano che assomiglia a un’unica, grande città di confine, dai contorni che familiarizzano con una curiosa distopia. Esplorando le Alpi che rappresentano il limite naturale fra Italia, Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Liechtenstein, possiamo sbarcare a più di duemila metri sulla pista d’atterraggio più alta d’Europa o visitare un parco tropicale che ricostruisce un clima agli antipodi del paesaggio in cui si inserisce; ma poco importa alle rotte del turismo contemporaneo, affascinato dall’idea di una domesticazione che ammorbidisce e rende confortevole ciò che ha sempre rappresentato sacrificio ed elevazione.

Osservando le architetture che appaiono tra le fronde o mutilano i versanti e le cime, viene da pensare a una sorta di rovesciamento di prospettiva rispetto al viaggio degli alpinisti esploratori narrati da René Daumal ne Il monte analogo: l’inafferrabile e remoto campo base è ora facilmente afferrabile e replica a vertiginose altezze ciò che giace al piede della montagna-mondo che si profila dal racconto di Micheli e Panzeri. Replicare nel mistero della vetta ciò che abita la base svela il mistero e rompe ogni sorta di possibile incantesimo; non possiamo dunque immaginarci cosa direbbe Hans Castorp, rapito dall’incantesimo del sanatorio di Davos, vedendo quanto è cambiata l’idea di paesaggio che ossessiona il suo personaggio nelle pagine di La montagna magica di Thomas Mann?

La montagna contemporanea è anche e soprattutto una montagna invisibile – raccogliendo la suggestione del geografo Mauro Varotto – che vive la schizofrenia del presente tra l’abbandono alle conseguenze del cambiamento climatico, come nel caso delle devastazioni della tempesta Vaia, e l’urbanizzazione forzata da un turismo che occupa e abbandona versanti con la stessa velocità delle frane che sfaldano i profili del suo paesaggio.

Scorrere le pagine di Yes to All può dunque diventare l’occasione per iniziare a guardare con occhi nuovi ciò che montagna era e montagna non è più. È qualcos’altro, un parco a tema forse, di suggestione ghirriana, o forse solo una fotografia, incorniciata e appesa a una parete fatta di pietra ormai troppo friabile.

Francesco Lughezzani

Bibliografia

R. Daumal, Il Monte Analogo, Milano, Adelphi, 2020

T. Mann, La montagna magica, a cura di R. Colorni e L. Crescenzi, Milano, Mondadori, 2010

M. Varotto, Montagne di mezzo. Una nuova geografia, Milano, Einaudi, 2020